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Alle spalle del Palazzo cittadino si trova il cortile
Castello, una piazzetta con tanto di scale che “vanno e
vengono” e che era proprio il cortile del palazzo nobiliare
trecentesco; di fronte è possibile ammirare la chiesa di San
Sebastiano. Di costruzione secentesca, il tempio ha una
disarmante semplice facciata che lo rende quasi anonimo ma
l’interno, ad unica navata, è un merletto continuo di
stucchi, medaglioni, intarsi e affreschi tutti datati tra il
XVII e il XVIII secolo, attribuiti alla scuola del Serpotta.
Edificato tra il 1623 e il 1627 dal sacerdote Paolo
Paternostro, fu arricchito sotto la signoria del Principe
Marco Antonio Colonna e per molti anni servì come Pantheon
alla stessa famiglia. Il cappellone è contornato da quattro
colonne laterali con le statue di S. Giovanni Battista e del
Profeta Elia. La nicchia dell’altare è sovrastata
dall’allegorico trionfo della fede rappresentato da un
aquila cavalcata da un putto che da fiato ad una tromba.Il
gruppo centrale della volta rappresenta il Giudizio
Universale, composto da un aquila cavalcata da un angelo. Al
di sotto del Giudizio Universale si può ammirare la statua
in legno di S. Sebastiano di autore ignoto nel cui petto è
incastonato un reliquiario contente del sangue e un
frammento di osso del santo omonimo. Il cappellone e la
volta sono del palermitano Vincenzo Messina; le decorazioni
laterali di Antonio Campisi da Gibellina e Giuseppe Busacca
da Chiusa; gli affreschi della volta e le tele sono
attribuite ai sacerdoti chiusesi G. Messina e F. Lo Cascio.
In questo luogo di sfarzo e preghiera si raccoglieva Donna
Isabella-Gioeni Colonna, moglie del principe Marco Antonio
Colonna, le cui spoglie riposano proprio in questo sacro
luogo.